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Forse non il concetto più attraente ma sicuramente interessante, scopri il coefficiente di attrito

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Nei nostri post cerchiamo sempre di passarvi informazioni utili senza finire in pesanti e non necessari tecnicismi. A volte siamo convinti (o quasi) di riuscirci, altre volte, invece, siamo consapevoli che il percorso che ci e vi aspetta è in salita e pieno di ostacoli. Come in questo caso, in cui parliamo di coefficiente di attrito. Un tema “spinoso” e “ruvido” ma fondamentale per il nostro settore.

Forse non il concetto più attraente ma sicuramente interessante, scopri il coefficiente di attrito

Non il titolo più eccitante, ma un argomento importante che ha implicazioni per gli standard e i requisiti internazionali. Parliamo di coefficiente di attrito!

Cosa si intende per coefficiente d’attrito?

Il coefficiente d’attrito è un valore adimensionale che rappresenta la resistenza allo scorrimento tra due superfici in contatto. Questo coefficiente indica quanto sia difficile far muovere un oggetto lungo una superficie rispetto a un’altra. In generale, maggiore è il coefficiente d’attrito, maggiore è la forza necessaria per far scorrere un oggetto su quella superficie.

Esistono due tipi principali di coefficienti d’attrito:

Coefficiente d’attrito statico (μs): Questo coefficiente misura la resistenza al movimento iniziale tra due superfici quando sono in stato di riposo. Per superare la forza di attrito statico e far iniziare il movimento, è necessario applicare una forza minima uguale o maggiore del prodotto tra il coefficiente d’attrito statico e la forza normale tra le due superfici.

Coefficiente d’attrito dinamico (μk): Questo coefficiente misura la resistenza al movimento continuo tra due superfici che si muovono l’una rispetto all’altra. Una volta superata la forza di attrito statico, la forza necessaria per mantenere il movimento è generalmente minore e è determinata dal coefficiente d’attrito dinamico.

Questi coefficienti d’attrito dipendono dalle caratteristiche delle superfici coinvolte e dalle condizioni ambientali, come la rugosità delle superfici, la pressione di contatto tra di esse e la presenza di lubrificanti o altri materiali tra le superfici. Sono importanti in molte applicazioni pratiche, come nella progettazione di pneumatici per veicoli, nella scelta di materiali per freni e nell’ingegneria delle superfici per migliorare l’aderenza o ridurre l’attrito.

Standard del coefficiente d’attrito

Lo standard antiscivolo più diffuso è Pendulum, come abbiamo discusso in precedenza. Il pendolo è un test dinamico; ma ovviamente esistono anche prove statiche.

Un esempio di test statico del coefficiente di attrito (CoF) è ISO7176.

Un test statico misura la forza richiesta per far muovere un oggetto di prova attraverso la superficie di prova e un test dinamico, come un test del pendolo, misura la forza richiesta per fermare un oggetto di prova che si muove sopra la superficie di prova.

Il test statico è stato il primo implementato ma negli ultimi decenni è stato sostituito completamente da quello dinamico. Questo test è più preciso e reale per indicare i valori di scivolamento, soprattutto perché tipicamente le persone quando tendono a scivolare, sono in movimento.

Pendulum era uno storico test britannico creato dal Road Research Laboratory; è stato poi certificato come BS7976.

Lo standard internazionale BS7976 è stato poi sostituito dalla EN 13036-4. Questo nuovo standard rende più facile attraversare i confini internazionali con la stessa approvazione tecnica.

EN 13036-4 è, tuttavia, solo uno standard CoF. Ce ne sono molti altri, tra cui DIN51130, DIN51097 ecc.

Coefficiente d’attrito, uno standard in continua evoluzione

Si tratta quindi di un tema in continua evoluzione e che interessa molti diversi ambiti. Ecco perché manteniamo sempre aggiornati i nostri blog con informazioni pertinenti e preziose.

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